Anticamente nota con il nome di “Ameria”, dal nome del suo fondatore Ameroe, fu città di confine, prima umbra poi romana. Lo scrittore latino Catone, vissuto alla fine del II secolo a.C., le attribuiva una fondazione antichissima, nel 1134 a.C.
Amelia vanta numerose testimonianze del suo passato: la monumentale cinta muraria, le chiese, i numerosi palazzi rinascimentali, i resti di mosaici e terme.
La cittadella preromana occupava la sommità dello sperone roccioso a picco sul Rio Grande. La popolazione si distingueva per lingua e cultura dai vicini Etruschi, con i quali intrattenne frequenti traffici commerciali. In età romana era un centro fiorente dell'Umbria antica lungo la via Amerina, tanto da essere annoverata tra le città più importanti, con la possibilità di coniare una moneta propria e diventare municipio nel 90 a.C., dopo l’alleanza con Roma.
Il centro era famoso soprattutto per le sue produzioni agricole. Fiorente era anche l'industria di laterizi (mattoni e tegole), favorita dalla presenza di ricchi depositi di argilla. Nel corso del VI secolo d.C. Amelia subì devastazioni a causa delle invasioni barbariche e fu quasi distrutta dai Goti.
Nel Medioevo si costituì in libero comune: scritti risalenti alla metà del XIV secolo recano notizia dell’invio ad Amelia di un podestà da Roma. Tale circostanza viene rievocata ogni anno nello storico "Palio dei Colombi". Nel 1307 si sottomise allo Stato Pontificio, del quale fece parte fino all'Unità d'Italia.
AMELIA: Un viaggio nel tempo
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